MANTOVA «La sbornia mediatica degli
ultimi giorni sui dazi americani e
gli effetti sugli scambi fra Unione
europea e resto del mondo rischia di
farci vedere l’agricoltura e l’agroa -
limentare solamente da un punto di
vista finanziario e di mercato. Tale
visione è indubbiamente prioritaria,
dal momento che le imprese devono
migliorare la propria sostenibilità
economica se vogliono guardare al
futuro ed evitare dei rallentamenti
pericolosi. Eppure, la questione economica
non è l’unico elemento da
tenere in considerazione quando ci
apprestiamo a celebrare la Giornata
della Terra».
Marco Speziali, riconfermato da
alcuni giorni alla guida di Confai
Mantova fino al 2028, pone l’accento
su un tema più ampio della questione
redditività, ma spinge l’attenzione su
un tema che è comunque connesso
alle prospettive di guadagno da parte
delle imprese agricole, di quelle
agromeccaniche e della filiera nel
proprio complesso.
«La fragilità dei sistemi agricoli è
stata dimostrata più volte negli ultimi
anni – sintetizza Speziali -: dalla
pandemia alla guerra in Ucraina, dai
cambiamenti climatici alle difficoltà
legate agli scambi internazionali,
dalla crisi dei trasporti a quella energetica
che ha colpito una debole
Europa. Abbiamo dovuto fare i conti
con segnali diversi, che invitano a
riflettere. Anche perché sullo sfondo
resta una pressione demografica crescente,
con la proiezione di superare
i 10 miliardi di persone sulla Terra
negli anni successivi al 2050».
La prima missione è quella di
garantire sopravvivenza alle imprese
agricole e alle famiglie rurali che
vivono di agricoltura. «La questione
è sentita in tutta Europa, che in poco
più di un decennio ha perso oltre 3
milioni di aziende agricole, passando
da 12 a 8,9 milioni di imprese –
focalizza Speziali -. Non possiamo
compromettere il futuro di milioni di
famiglie rurali e di occupati, perché
altrimenti correremmo il rischio di
passare a un’agricoltura gestita progressivamente
da multinazionali o
grandi gruppi, secondo logiche meramente
economiche».
Fondamentale, in questa fase di
discussione del futuro della Politica
agricola comune, è esaminare quali
nuovi modelli imprenditoriali possono
assicurare un futuro meno incerto,
alla luce appunto di fattori
esogeni spesso non prevedibili. «La
ricerca scientifica e la trasmissione
della conoscenza, anche attraverso
una più stretta alleanza fra atenei
universitari, centri scientifici, professionisti
e rappresentanze agricole
possono contribuire a un’accelera -
zione dei sistemi agricoli verso una
maggiore sostenibilità - prosegue
Speziali -. Bisogna avere la forza di
promuoverli e di sostenerli».
La transizione green resterà un
perno della futura Pac anche secondo
una visione meno dogmatica adottata
dal nuovo commissario europeo
all’Agricoltura, Christophe Hansen.
«Sarà quindi necessario rilanciare
progetti di filiera in cui riscrivere
un’alleanza larga fra mondo
agricolo, società e catene di approvvigionamento,
implementando
quei modelli di cooperazione che
hanno dato buoni risultati – afferma
il direttore di Confai Mantova, Ste -
fano Bonisoli -. In questa logica la
Pac del futuro andrà progettata tenendo
conto anche del sistema agromeccanico,
che oggi va ben oltre a
quella che è un’assistenza meccanizzata,
ma che si è trasformata in un
centro operativo in cui le attività in
campo, la capacità di raccolta ed
elaborazione dei dati e l’abilità nella
gestione dei processi agricoli sono
diventati strumenti per garantire la
sicurezza alimentare anche in momenti
critici».